“Il tempo delle mele è finito”. Questa battuta potrebbe essere ripresa da Speranza o qualunque altro esponente della sinistra per sancire la chiusura verso il Partito Democratico. Vediamo insieme la separazione ormai definitiva del polo sinistro del panorama italiano.
LA STORIA
Alcuni esponenti del Pd si sono scissi quest’anno prima delle primarie (scusate il gioco di parole), andando a creare un nuovo partito chiamato inizialmente Movimento Democratico e Progressista successivamente chiamato Art.1-Mdp.
LA QUESTIONE
Da Febbraio fino ad oggi, Pd e la sinistra in generale si sono accusati a vicenda. Vedendo però che la divisione non giova, il Pd di recente ha deciso di aprire e formare una coalizione cercando di inglobare gli innumerevoli partiti alla propria sinistra. Fassino, ex sindaco di Torino, è stato scelto come emissario per la negoziazione. La scorsa settimana è stata dedicata interamente ai colloqui e Fassino ha incontrato in ordine, Prodi, Pisapia e Speranza ed altri esponenti di Mdp.
Con Prodi l’esito è stato positivo, l’ex leader ulivista ha dichiarato di voler fare da garante dell’alleanza ma ha escluso la sua discesa in campo. Assieme a Fassino anche Renzi ha tenuto un colloquio con Prodi il quale si è rivelato positivo. Pisapia, dopo un tira e molla tra Pd e la sinistra, ha dichiarato di volersi unire a Renzi. La storia cambia con Mdp, le parti non hanno raggiunto un’intesa e Speranza ha dichiarato successivamente che il tempo è scaduto, non si riesce a trovare un accordo su alcuni dei temi più rilevanti.
Speranza ha dichiarato infatti per quanto riguarda lavoro, sanità, scuola e tasse, rispetto al Pd ci sono posizioni contrastanti. A confermare il tutto è l’assemblea che terranno unitamente Sinistra Italiana, Mdp e probabilmente Possibile. L’obiettivo è creare un partito unico decidendo tutto democraticamente. Il leader che tutti aspirerebbero ad avere è Pietro Grasso, presidente del Senato e appena fuoriuscito dal PD perché non si riconosce più in ciò che fa il partito.
CONCLUSIONE
I giochi sono quindi fatti. Bisognerà vedere cosa scaturirà dall’unione dei 3 partiti di sinistra nominati precedentemente, ma le alleanze sono ormai delineate. Le danze sono quindi aperte e non si sa ancora chi prevarrà e se poi riuscirà a governare. Intanto gustiamoci il prodotto che fuoriuscirà dall’assemblea del 3 dicembre e cosa offrirà questa nuova proposta.
Di Luca Montanari.