ELEZIONI SICILIA: VINCE MUSUMECI, BATOSTA PD

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Nello Musumeci, il nuovo presidente della Regione Siciliana

Domenica si sono tenute le elezioni regionali in Sicilia. I cittadini dell’isola sono stati chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente della Regione e i deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana. Lo scrutinio finale dei voti è stato fatto il giorno seguente alle elezioni e i risultati definitivi sono stati resi noti lunedì sera. Il nuovo presidente della Regione Siciliana è Nello Musumeci, il candidato del centro-destra appoggiato da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con Salvini, che ha ricevuto il 38,9 % dei voti. Segue Giancarlo Cancelleri con il 34,7 % dei voti del Movimento 5 Stelle. Molto staccati i candidati della sinistra: Fabrizio Micari del Partito Democratico prende solo il 18,7 % e Claudio Fava, appoggiato da Articolo 1 e Sinistra Italiana il 6,3 %.

Buona la seconda. Musumeci fu il candidato della destra già alle scorse elezioni regionali del 2012 quando venne sconfitto dal presidente uscente Rosario Crocetta, candidato del centro-sinistra. Per quanto riguarda l’Assemblea Regionale, il Movimento 5 Stelle si conferma primo partito con 20 seggi, seguito da Fi con 12 e Pd con 11 seggi. Fdl-Noi con Salvini entra per la prima volta in Assemblea con 3 seggi. Flop di Alleanza Popolare, il partito di Alfano, che nella sua regione natale non riesce ad ottenere alcun seggio siccome il suo schieramento non è riuscito a superare la soglia di sbarramento del 5 %. Da notare che Cancelleri ha ricevuto più voti di quanti ne abbia avuti il suo partito. Egli ha infatti ottenuto una percentuale del 34,9 dei voti mentre il Movimento ha ottenuto il 26.7 %, equivalente ai 20 seggi dell’Assemblea Regionale. Un scarto notevole di oltre 10 punti percentuali. Il pentstellato Ignazio Corrao esulta: “il nostro è un risultato fantastico. Abbiamo corso da soli contro le vecchie accozzaglie della politica siciliana. Il Pd è fallito”. Il vero vincitore di queste elezioni, purtroppo, non è Musumeci né il Movimento 5 Stelle, bensì il partito dell’astensione. Solo il 46,8 % degli aventi diritto si è recato alle urne per votare. Un dato in linea con quello delle regionali del, 2012, quando l’affluenza fu del 47.4 %.

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo collegio di Palermo

Vittoria della destra e dell’astensionismo, buon risultato dei 5 stelle e una batosta per il Pd, questo il bilancio delle regionali siciliane, l’ultimo importante test elettorale prima delle politiche della prossima primavera. Una batosta, quella del Pd, che era nell’aria da tempo e che non è arrivata inaspettata. “Tutto come previsto, il risultato è quello che ci aspettavamo. Sapevamo che sarebbe finita così” queste le parole del segretario del Pd Matteo Renzi, che definisce le regionali siciliane “una sconfitta netta”. Il primo del Pd a commentare il risultato è stato Leoluca Orlando: “Fabrizio (Micari) ha giocato una partita straordinaria, ma è una sconfitta chiara, evidente e lampante”. Dello stesso parere è anche Lorenzo Guerini, coordinatore del partito, che parla di una “sconfitta tanto annunciata da tempo quanto netta e indiscutibile”. Il vice segretario Maurizio Martina lancia un’appello all’unità del centrosinistra. “Per il centrosinistra serve un nuovo inizio. Il Pd è pronto a confrontarsi senza veti con tutte le forze progressiste, europeiste, moderate, interessate a costruire unità e divisione”. Tuttavia il Pd, almeno per ora, sta ponendo un pesante veto ai partiti di sinistra, a partire da Articolo 1-Mdp, sulla premiership di Renzi che Bersani e D’Alema vorrebbero mettere in discussione. La sconfitta del Pd è stata strumentalizzata dall’M5S per attaccare Renzi. Di Maio, in seguito alla debacle del Pd, ha annullato il confronto televisivo che avrebbe dovuto tenere ieri sera con Renzi perché a sua detta il segretario del Pd non è più un “competitor”. Lo stesso Di Maio aveva proposto un confronto in televisione e annullandolo dimostra di non riconoscere piu Renzi come avversario politico. “Il voto ha completamente cambiato la prospettiva” afferma Di Maio, aggiungendo che “i nostri avversari d’ora in poi sono Berlusconi e il centro-destra”. In effetti, secondo un sondaggio riportato dal Corriere della Sera, il centro-destra (Fi, Lega e Fdi) sarebbe primo con il 33.3 % seguito dal centro-sinistra al 31.4 %. I 5 Stelle, che corrono da soli, sarebbero al 28.8 % affermandosi come primo partito, ma ciò non gli basterebbe per vincere le elezioni.

Intanto la nuova Assemblea Regionale si è insediata a Palazzo dei Normanni. L’organo legislativo siciliano d’ora in poi sarà composto da 70 deputati e non più 90. La riduzione del numero di deputati è stata decisa nel 2013 con una legge che ha modificato lo statuto speciale della regione. Nonostante sia stata appena eletta, la nuova Assemblea Regionale fa già parlare di sé. Questa mattina Cateno De Luca, deputato dell’Udc, è stato arrestato con l’accusa di associazione a delinquere e corruzione per un milione e 750 mila euro. De Luca, che già era sotto processo, aveva annunciato domenica scorsa, alla chiusura delle urne, l’intenzione di candidarsi come sindaco di Messina. Purtroppo De Luca è solo l’ultimo, per ora, dei politici siciliani ad essere finito in seri guai giudiziari. Condanne e processi hanno coinvolto anche la figura di maggiore spicco della politica regionale, ovvero il presidente. Salvatore Cuffaro, presidente dal 2001 al 2008, terminò il suo secondo mandato con due anni di anticipo a causa di una condanna a cinque anni in primo grado. Sorte simile toccò al successore Raffaele Lombardo che si dimise dall’incarico nel 2012 per affrontare le sue vicende giudiziarie. Lombardo venne accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e condannato in primo grado a sei anni e otto mesi di reclusione. Il 31 Marzo di quest’anno la Corte d’Appello lo assolve dall’accusa di associazione mafiosa ma lo condanna a due anni di reclusione per voto di scambio.

Di Massimiliano Palladini